Anche la soluzione del ricorso all'”uomo forte” è abbastanza frequente in storia, quando un regime non riesce a darsi una forma stabile e precipita nel caos. L’esperienza di Bonaparte presenta molti tratti di somiglianza con quella di Giulio Cesare, anch’egli generale vittorioso fuori dai confini patri, quindi invocato da molti a ripristinare l’ordine in patria (si parla, non a caso, quasi sinonimicamente di cesarismo o bonapartismo). In modo più o meno simile conquistarono un potere grazie al loro “carisma”, in situazione di caos politico, anche altri che non provenivano dalle file dell’esercito, come Luigi Napoleone Bonaparte, Mussolini, Hitler, Stalin ecc.
La fortuna di Napoleone è particolarmente legata alla sua vittoriosa campagna d’Italia che, da un lato, permise alla Francia di reperire nuove risorse economiche per riempire le casse dello Stato, “vuote” dal tempo della convocazione da parte di Luigi XVI degli Stati Generali; dall’altro lato, diffuse nel nostro Paese, sia pure in modo limitato e contraddittorio, i principi rivoluzionari, reinterpretati in senso patriottico (in funzione anti-austriaca), ispirando anche il “disegno” del nostro tricolore. Nonostante il “tradimento” di tali ideali da parte di Napoleone, paradigmaticamente rappresentato dal cedimento della Repubblica di Venezia all’Austria (trattato di Campoformido, del 1797, che con un tratto di penna cancellò la millenaria repubblica serenissima), gli effetti della nascita delle “repubbliche sorelle” (dette anche “giacobine” dagli avversari) in Italia si sarebbero visti nell’Ottocento con lo sviluppo del movimento risorgimentale.
Napoleone, divenuto primo console, quindi console a vita (1802), quindi imperatore dei Francesi (1804), pur senza formalmente abolire la repubblica (ma lasciando, viceversa, che dopo mille anni cessasse di esistere il Sacro Romano Impero fondato da Carlo Magno, di cui egli stesso si considerava erede legittimo), ci interessa, dal punto di vista storico, forse meno come generale vittorioso che come attento uomo politico.
Per quanto riguarda la sua azione militare cfr. questa sintesi:
Nel corso di un decennio fece diffondere in tutta Europa i principi giuridici (tradotti nel Codice Civile redatto nel 1804 e accolto quasi ovunque nell’Europa dominata direttamente o indirettamente dalla Francia) e gli ideali della rivoluzione, con l’ovvia eccezione dei diritti politici (la sovranità formalmente appartenente al popolo, dal quale Napoleone si fece riconoscere imperatore attraverso lo strumento che oggi diremmo “populista” e “demagogico”, piuttosto che democratico, del plebiscito, era di fatto e di diritto esercitata dal solo imperatore) e della libertà di stampa, fortemente limitata e condizionata dalla censura di regime. In particolare, nonostante il concordato con la Chiesa, esso stesso strumento di controllo politico, condusse una lotta senza quartiere contro questa istituzione, sottraendole “fette” di potere e di controllo sociale tali e tante, che la Chiesa, si può dire, non si riebbe più dal colpo infertole (e contribuendo a fare della Chiesa cattolica – successivamente ferita anche dalla nascita del nuovo Stato italiano durante il Risorgimento -, per un secolo ancora e oltre, il luogo della massima resistenza ai valori e ai principi della rivoluzione francese, la roccaforte del tradizionalismo conservatore). Da non dimenticare poi l’opera di razionalizzazione e standardizzazione delle unità di misura, la creazione dell’anagrafe pubblica, la coscrizione obbligatoria, la creazione dei “licei”, laici, al posto delle “scuole dei gesuiti”, fucina della futura classe dirigente delle diverse nazioni soggette alla Francia, la diffusione dell’istruzione tecnica e scientifica, insomma una ventata di modernizzazione talmente incisiva (molte delle sue “conquiste” in questi campi, a differenza di quelle conseguite sui campi di battaglia, durano ancor oggi) che, anche dopo la caduta di Bonaparte, sarebbe stato molto difficile cancellarla per ritornare all’organizzazione di ancient regime.
Cfr. questo video di Rai Storia sulle battaglie di Napoleone, quest’altro sul suo culto, infine questo sulle sue riforme. Ecco, infine, come Napoleone riconquistò la Francia dopo la fuga dall’Elba.