Un momento decisivo che contraddistingue l’origine del Medioevo è senz’altro la nascita del nuovo impero di Carlo Magno.
Che cosa avviene, infatti, con la nascita dell’impero carolingio?
- Nasce un nuovo impero in Occidente (un “vero” impero romano esclusivamente d’occidente, distinto e separato da quello c.d. “bizantino”, quale non era ancora l’impero di Onorio rispetto a quello di Arcadio, i due figli di Teodosio il Grande).
- Essendo questo impero “benedetto” dal Papa di Roma, cresce la tensione con la Chiesa d’Oriente (la futura chiesa cristiana ortodossa) che sfocerà dopo due secoli e mezzo (1054) nello scisma d’Oriente (ancor oggi, in greco moderno, “prete cattolico” si dice “phrankopàpas“, pope franco).
- Il cuore dell’Europa occidentale si sposta dal Mediterraneo (che, anche a causa degli Arabi, diventa ora, come è anche oggi, piuttosto un confine) all’Europa nord-occidentale (basti pensare che Aquisgrana, la capitale di Carlo Magno, dista poche decine di chilometri da Bruxelles, la sede dei principali organismi dell’attuale Unione Europea).
Va ricordato che, anche se l’Europa nord-occidentale sarà destinata a divenire il centro di un grande sviluppo prima commerciale (nel Basso Medioevo), poi industriale (nell’età moderna), in età tardo antica questa regione appare ancora molto arretrata culturalmente (pochissimi sapevano anche solo leggere e scrivere) sia rispetto al mondo “bizantino”, sia rispetto al mondo islamico. Se entrambi questi mondi restavano centrati sulle “città”, di origine romana, in Occidente, durante la civiltà feudale e cavalleresca post-carolingia, per lungo tempo prevarranno le campagne (questa cultura sarà contraddistinta da insediamenti sparsi e, da un certo momento in poi, dai celebri castelli medioevali).
Come si giunge alla formazione di questo nuovo impero?
Bisogna ricordare come fin dalla fine del V sec. il Franchi (Salii) guidati da Clodoveo (cioè Ludovico o Luigi) si convertirono al cristianesimo cattolico (non essendo mai entrati in contatto, a differenza dei Goti e dei Longobardi, con predicatori ariani, diffusi in Oriente). Ciò li rese fin da subito “cari” alla Chiesa di Roma che si appellò spesso ad essi contro gli altri “barbari” per lo più di religione “ariana”.
Il 750 può essere considerato un anno importante. Mentre presso gli Arabi la dinastia Abbaside subentrava a quella Omayyade e trasferiva la capitale del califfato da Damasco a Baghdad (adottando il cerimoniale persiano, disinteressandosi sempre più dell’Europa, soprattutto occidentale, dove si costituivano, nella Spagna islamizzata, emirati indipendenti), il Papa conferiva a Pipino il Breve, della dinastia dei Pipinidi-Carolingi, il titolo di re dei Franchi, in sostituzione dell’ultimo dei re “fannulloni” (i Merovingi, che discendevano da Clodoveo), in seguito all’aiuto da lui ricevuto contro i Longobardi. Il figlio di costui, Carlo (successivamente detto Magno), dopo la morte del fratello Carlomanno, risolse definitivamente il “problema” rappresentato dai Longobardi, sconfiggendoli e sostituendo la dominazione franca a quella longobarda nella penisola italiana. Poté quindi essere riconosciuto imperatore romano dal Papa nel Natale dell’anno 800, dopo essere stato riconosciuto rex francorum et langobardorum.
Si noti che questa “incoronazione” assume un significato peculiare: il Papa è formalmente suddito dell’impero d’Oriente, ma “crea” un imperatore in Occidente senza attendere il consenso da Costantinopoli. Ciò dipende anche dal fatto che sul trono “bizantino” regna Irene, non da tutti riconosciuta come imperatrice, anche perché donna. D’altra parte è interessante che Carlo Magno pensa perfino di sposarla, per farsi legittimare come imperatore anche dall’Oriente. Insomma, si costituisce un impero nuovo, ma, nello stesso tempo, il prestigio della tradizione romana è tale che perfino Carlo Magno avrebbe gradito essere legittimato come imperatore romano da un legame più stretto e formale con Costantinopoli.
Cfr. su Carlo Magno questa puntata de Il tempo e la storia con Alessandro Barbero (Rai Storia) (o, in alternativa, questa puntata di Passato e presente, sempre con Barbero e sempre su Rai Storia).