- Perché, secondo Platone, l’arte del dialogo o dialettica dovrebbe ricondurci al principio (o ai principi), laddove l’esercizio “logico-matematico” (come quello che sarebbe stato codificato da Aristotele mediante il sillogismo), così come la pratica della lettura e della scrittura, mancherebbe l’obiettivo?
Come abbiamo visto, mediante il dialogo si aiuta qualcuno (anche solo se stessi, se il dialogo che si intreccia è quello dell’anima con se stessa – come Platone definisce il “pensiero”, dià-noia) a “partorire” la verità, verificando (mediante l’esercizio della confutazione o èlenchos) che non si tratti di un fantasma.
- Il presupposto di questo metodo sembrerebbe, quindi, che l’anima, almeno quella di qualcuno, sia in grado di “generare” la verità!
Certo. Altrimenti come potrebbe partorirla?
- A meno che, come alcuni sostengono, l’esercizio che consiste nella semplice confutazione (èlenchos) non sia in grado, da solo, per esclusione, di far emergere la verità, come “residuo” dopo che tutte le opinioni alternative sono state eliminate.
Ciò sarebbe possibile, se la cosiddetta “argomentazione per assurdo“, di cui pure si vale ampiamente Socrate nei Dialoghi di Platone, fosse un procedimento conclusivo, magari capace di “dribblare”, per così dire, le obiezioni scettiche ad ogni possibile dimostrazione scientifica.
La dimostrazione per assurdo, in effetti, sembra il solo procedimento capace di garantire che una determinata ipotesi sia vera, cioè sia un principio, in modo puramente logico, senza ricorrere ad esperimenti o ad altre forme di esperienza. Questa dimostrazione consiste nel dimostrare che la determinata ipotesi è incontrovertibile, ossia non può essere negata senza contraddizione (una specie di “Ercolino-sempre-in.piedi” della logica). Più precisamente: si dimostra per assurdo una determinata tesi (A), se si dimostra che la sua negazione (-A) implica contraddizione (ha conseguenze che la falsificano).
- Possiamo fare alcuni esempi di dimostrazioni per assurdo?
- Possiamo ricordare la dimostrazione per assurdo dell’immobilità di ogni cosa in Zenone di Elea (argomenti di Achille e la tartaruga, della freccia ecc.).
- Un altro esempio classico di dimostrazione per assurdo è offerto dalla dimostrazione di Aristotele del principio di non contraddizione.
- Infine, possiamo evocare la prova regina dell’immortalità dell’anima in Platone.
La dimostrazione per assurdo gioca certamente un ruolo fondamentale nel procedimento dialettico. Ma esso vi si risolve?