La filosofia non è soltanto necessaria, perché, come dice Aristotele, anche solo per decidere di non farla, bisogna farla, ma è anche utile.
- A che serve la filosofia?
La sua utilità è legata alla sua funzione come ricerca del meglio.
In generale, cercare il meglio è sempre la cosa più “intelligente” (e, quindi, migliore) da fare.
Per chiarire questo aspetto, evochiamo ancora la figura e l’opera di Socrate, filosofo per antonomasia, così come ci viene dipinto da Platone nei suoi 36 Dialoghi. Nell’Apologia di Socrate Socrate dimostra come, in mancanza di certezza riguardo al bene, la cosa migliore da fare sia ricercarlo, a prezzo della vita.
Ma perché sapere che cos’è bene (fare) sarebbe così importante?
Come Platone dimostra, nell’Alcibiade minore, attraverso un dialogo tra Socrate e Alcibiade, la scienza del bene è importante perché senza di essa non si potrebbe sapere se l’uso che si fa delle altre cose che si sanno (delle altre scienze che si possiedono) sia giusto o sbagliato, saggio o non saggio. Viceversa (o, meglio, “per assurdo”) sapere (avere scienza) potrebbe essere perfino peggio che ignorare quando chi dispone di una determinata scienza ignora ciò che è bene fare (come usarla) o, peggio, quando crede che sia bene ciò che, invece, è male.
Cfr. qui una discussione sulla falsariga di quella tra Socrate e Alcibiade, effettuata tra un “filosofo” del nostro tempo e ChatGPT.
Ad esempio, è meglio che non sappia come ottenere il potere chi poi finirebbe per essere in ansia davanti al rischio di perderlo; o è meglio che non sappia come procurarsi denaro chi poi finirebbe per condurre una vita infelice a causa di esso; o, infine, è meglio che non sappia come trovare un compagno o una compagna chi, poi, finirebbe per esserne deluso. Ancora: è meglio (per lui) che un tossicodipendente non sappia come fare a procurarsi la droga; è meglio (per gli altri) che un terrorista non sappia come fare per fabbricare una bomba. Naturalmente questi esempi valgono solo se ammettiamo che uccidere se stessi o gli altri sia male (cosa che va dimostrata). Se un medico sapesse l’arte medica ma non conoscesse il bene, egli potrebbe benissimo vendere la sua arte al miglior offerente e servirsene, ad esempio, per avvelenare. La sua arte non solo non sarebbe utile, ma potrebbe essere nociva. Meglio per tutti sarebbe che chi non sa ciò che è bene ignorasse anche le altre cose.
Come chiameremo una persona che sa e fa sempre ciò che di volta in volta è meglio? La chiameremo “saggia”.
Che cos’è la filo-sofia? Etimologicamente: amore (cioè ricerca) della saggezza (sophìa). Se saggio è chi sa e (quindi) fa ciò che è meglio, chi cerca la saggezza (il filo-sofo) cerca proprio quella scienza del bene che ci è risultata essere la più utile tra le scienze. Se è utile cercare ciò che è utile, filosofare si rivela utile. Anzi, si tratterebbe dell’attività più utile in assoluto, dal momento che ci consentirebbe di usare ogni altro nostro sapere nel modo migliore, se solo tale attività filo-sofica riuscisse a pervenire al proprio scopo, ossia a quella scienza del bene (o saggezza) di cui è alla ricerca. Il problema è che quella scienza del bene è soltanto ricercata dalla filosofia, mentre le altre scienze (ad esempio quelle che si studiano a scuola, come la matematica, la fisica ecc.), anche se non incorporano in se stesse l’informazione di come sia meglio usarle, sono (o sembrano) solidamente possedute da chi le coltiva.