La ricerca storico-critica ha ricostruito in modo abbastanza attendibile la figura storica di Gesù. Tuttavia, anche l’immagine di Gesù di Nazareth che risulta dalla ricerca storica non può rimanere indifferente al modo in cui concepiamo teologicamente (e filosoficamente) la sua figura (p.e. quella di un uomo che è anche Dio), noi stessi e l’intero universo. Vediamo perché.
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Religione, filosofia, scienza: per una rinascita della filosofia della natura
- Nell’articolo sui Campi morfogenetici hai difeso l’ipotesi relativa all’esistenza di questi “campi di forza” non locali, asserendo che essa “salverebbe i fenomeni”. Ma basta questa compatibilità con i fenomeni a rendere scientifica una teoria?
Per una certa nozione di “scienza”, come quella che propongono filosofi della scienza quali Feyerabend e Quine (per tacere di Platone), direi che potrebbe bastare. Ma supponiamo che non si tratti di una teoria scientifica…
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Oggi il tempo si fa spazio
“Zum Raum wird hier die Zeit…”
“Qui il tempo diventa spazio” recita Gurnemanz nel I Atto del Parsifal di Richard Wagner, prima dell’apparizione del Santo Graal. Ma non accade lo stesso intorno a noi, nel mondo?
- A che cosa ti riferisci?
Idealismo e religione
I credenti spesso credono di credere in ciò in cui credono, come a “realtà”. “Realtà” è espressione (riferita alla resurrezione di Cristo o alla comunione dei santi ecc.) che spesso risuona sulla bocca di sacerdoti formati sui testi di San Tommaso d’Aquino, il cui “realismo” gnoseologico è troppo noto (ma, forse, frainteso).
Tuttavia, bisognerebbe chiedersi se il tentativo di radicare la propria fede in eventi che si pretendono simili a quelli di cui tratta la storia profana non sia, per le religioni, perdente, anzi suicida.
- Per quale ragione?