Il desiderio è potenza percepita

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Il desiderio è l’espressione della “differenza di potenziale” tra l’Uno in potenza e l’Uno in atto (di cui si ha coscienza), in quanto, a differenza che dei diversi campi o “anime” che appaiono come esterne, di esso pure si abbia coscienza.

Ciò che per ora manca e si desidera, il futuro, appare sfocato, disordinato, nella fantasia o nel presagio. Se il futuro non apparisse confuso, sarebbe qui e ora, non sarebbe futuro.

Ciò che si desidera è che quanto più possa esserci ci sia. Ciò spiega ad esempio l’intenso desiderio sessuale, inconsciamente orientato al mettere alla luce un nuovo punto di vista dell’universo sull’universo.

Come l’oggi della coscienza decide del fatto p.e. che i dinosauri (supposti privi di coscienza o, almeno, dalla coscienza limitata) si siano estinti per l’impatto di un asteroide (l’oggi della coscienza determina, cioè, la selezione di questo e non di altro mondo possibile), così il futuro della coscienza decide di qualcosa che ci si manifesta oggi come desiderio e inclinazione, di cui non comprendiamo spesso la ragione. Ci si manifesta anche come destino o provvidenza.

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di Giorgio Giacometti