1.
Che cos’è l’amicizia?
1.1.
Questa domanda è una domanda tipicamente filosofica, poiché si chiede
“che cos’è” una cosa, cioè l’essenza di qualcosa.
1.1.1.
Rispondere a una domanda di questo tipo significa dare
la definizione della cosa su cui verte la domanda.
1.2.
Per rendere più concreta la domanda posso risolverla
nella seguente:
1.2.1.
Quando posso dire che uno sia amico di un altro?
1.3.
Per introdurre la discussione di questo argomento, proviamo a farci soccorrere
dal Liside di Platone.
1.4.
Per rispondere alla domanda “che cos’è l’amicizia”,
proviamo a “scomporla” come fa Platone in altre domande, chiedendoci quali
siano le proprietà dell’amicizia, ossia quegli elementi dell’amicizia
senza di cui non si può parlare di vera amicizia.
1.4.1. Se qualcuno è tuo amico, tu puoi non essere amico suo? In altri termini: l’amicizia è sempre reciproca oppure no?
1.4.1.1. Se l’amicizia in un rapporto tra due persone non è corrisposta da una di queste, l’amicizia in sé non sembra possibile, perché in un rapporto di amicizia parrebbe indispensabile la reciprocità, come afferma anche Aristotele.
1.4.1.2. Tuttavia, si è visto che anche la tesi che l’amicizia sia sempre reciproca presenta alcune aporie.
1.4.2. Due amici, per essere tali, devono somigliarsi o essere diversi?
1.4.2.1. Sia l’ipotesi che gli amici debbano essere simili, sia quella che essi debbano essere diversi o perfino opposti, presenta difficoltà.
1.4.2.2. Forse due amici devono essere simili o uguali per alcuni aspetti, diversi per altri, affinché vi sia condivisione di esperienze e confronto di idee.
1.4.3.
Possono essere amiche tra loro due brave persone? E due
persone cattive? E una brava persona con una cattiva?
1.4.3.1.
Si potrebbe credere che possano essere amiche tra loro soltanto una brava
persona e una cattiva, affinché si possano arricchire a vicenda di ciò che
a ciascuno manca.
1.3.4.1.1..
Tuttavia questa ipotesi si infrange, come si è visto,
in aporie: una persona veramente cattiva potrebbe non essere in grado di
essere amica di nessuno, neppure di se stessa.
1.4.3.2.
Forse tutti possono essere amici, purché condividano
esperienze comuni, ma i tipi di amicizia saranno in ciascun caso diversi
[A.V.].
1.3.4.1.2..
Questa risposta, tuttavia, non esplicita i rapporti
logici tra amicizia, bontà e malvagità e, presupponendo una serie di elementi,
impone una serie di questioni che, in definitiva, lasciano inalterata la domanda fondamentale relativa all’essenza
dell’amicizia: per esempio: che cosa i diversi tipi di amicizia hanno,
comunque, in comune, su quali basi sia possibile condividere esperienze con
qualcuno ecc.
1.4.4.
Possono essere amiche due persone che hanno ruoli
diversi, mentre svolgono tali ruoli, come l’insegnante e l’allievo o il medico
e il paziente?
1.4.4.1.
Due persone che hanno ruoli diversi possono o non
possono essere amiche, a seconda delle persone che sono.
1.4.4.1.1..
Questa soluzione lascia supporre che l’amicizia tra
persone che hanno ruoli diversi sia del tutto indipendente dal ruolo svolto.
1.4.4.2.1..
Si dovrebbe quindi chiarire:
1.4.4.1.2.1.
due persone in quanto hanno ruoli diversi non
sono per questo più o meno amiche; ovvero:
1.4.4.1.2.2.
il diverso ruolo delle persone è indifferente rispetto
alla loro possibile amicizia e la questione è indecidibile sulla base del
semplice ruolo.
1.4.5.
Si può essere amici se non si ricava nessun utile dal
rapporto l’uno con l’altro?
1.4.5.1.
E’ possibile essere amici se non si ricava nessun utile
dal rapporto l’uno con l’altro, in quanto l’amicizia vera e propria non
si fonda sull’utilità.
1.5.4.1.1.. Tuttavia, nel caso di un rapporto tra persone fondato sullo scambio dell’utile può sorgere talvolta un’amicizia che inizialmente aveva questo scopo, ma poi evolve come amicizia disinteressata.
1.4.5.1.1.1.
Questa è sostanzialmente la tesi del filosofo Epicuro
(Atene, III sec. a.C.) e della sua scuola.
1.4.6.
Si può essere amici se non ci si conosce?
1.4.6.1.
Come afferma Aristotele
(Atene, IV sec. a.C.), non si può essere amici se non ci si conosce.
1.6.4.1.1..
Del resto solo se ci si conosce si può sviluppare un
sentimento di amicizia.
1.4.7.
Che differenza c’è tra l’amicizia e l’amore, sempre che
ci sia differenza?
1.4.7.1.
Amore e amicizia sembrano due cose distinte ma simili.
1.7.4.1.1..
Se nell’amicizia ci può essere amore, nell’amore
ci deve essere amicizia.
1.4.7.1.1.1.
L’amore, come lo intendiamo noi, comprende anche
l’attrazione fisica[1].
1.4.8.
Si può essere amici se non si ricava nessun piacere dal
rapporto l’uno con l’altro?
1.4.8.1.
Se manca il piacere reciproco non pare che si possa
parlare di vera e propria amicizia, ma semmai di un rapporto basato su
interessi comuni.
1.8.4.1.1..
Qualcuno, però, potrebbe affermare che non basta trarre
piacere reciproco, ma volere veramente il bene l’uno dell’altro, per
essere amici.
1.4.8.1.1.1.
Infatti, a ben vedere, anche lo scambio di piaceri
potrebbe essere fondato sull’utile ed essere fondato su un rapporto di tipo
commerciale.
1.8.4.2.1.. Si tratta, d’altra parte, di capire che cosa significa che un’amicizia è una vera e propria amicizia.
1.8.4.3.1.. Si tratta di capire se, in generale, sono possibili forme o esempi o casi di una cosa che non sono quella vera e propria cosa.
1.4.9.
Si può essere amici se non ci si vuole bene, cioè non si
vuole ciascuno il bene dell’altro?
1.4.9.1.
L’amicizia appare basata su un reciproco rapporto d’affetto,
in mancanza del quale l’amicizia non esiste.
1.9.4.1.1..
Tuttavia ci si dovrebbe chiedere se volersi bene
implica solo affetto o non riguardi anche il bene che ci si vuole, ossia
l’intelligenza che consiste nel capire e, quindi[2],
nel volere l’uno il bene dell’altro.
1.4.10.
A quali condizioni due possono essere amici tra loro?
1.10.4.1.1..
Non siamo ancora in grado di determinare la condizioni
esatte dell’amicizia, poiché le diverse ipotesi avanzate al riguardo si sono
rivelate aporetiche.
1.4.11.
Che cos’è, dunque, l’amicizia?
1.11.4.1.1..
Anche a questa domanda appare difficile rispondere, soprattutto seguendo Platone,
mentre una maggiore messe di risultati sembra che si ricavi dai ®
passi aristotelici che abbiamo letto
o riassunto.
[1] Questa precisazione vale per quello che i Greci chiamavano eros. Tuttavia il termine amore designa in italiano anche quello che i Greci chiamavano agape e i romani caritas, cioè, per esempio, l’amore del prossimo comandato nei Vangeli. Per questo aspetto non si può parlare di attrazione fisica e neppure, forse, di semplice amicizia. Il fatto poi che in italiano e nelle lingue moderne (love, amour ecc.) si usi lo stesso termine per indicare sia l’eros che la caritas potrebbe suggerire che vi sia comunque un’“essenza” comune alla due modalità di amore.
[2] Cfr. il concetto di intellettualismo socratico.