Il progetto e-philosophy, realizzato nell'Istituto Tecnico Industriale "A. Malignani" di Udine (a.s 2004-2005), è consistito nella costruzione di un percorso infraquadrimestrale di filosofia (centrato sul tema della "libertà", sviluppato in prospettiva filosofica), proposto a classi quarte di liceo scientifico-tecnologico e caratterizzato da un forte tasso di innovazione didattica.
Da questo progetto-pilota, realizzato a titolo di ricerca esplorativa, è ricavato un omonimo progetto-tipo, di durata pluriennale, inserito nel P.O.F dell'istituto
Nell'insegnamento della filosofia all'interno del'indirizzo "liceo scientifico-tecnologico" da tempo vengono sperimentate forme di innovazione, suggerite dai Programmi "Brocca" e dalla più avanzata ricerca didattica disciplinare (in generale: metodologie didattiche di tipo laboratoriale), quali
Nel progetto e-philosophy si è sperimentato un ricorso massiccio agli strumenti telematici e multimediali, verificando il loro "valore aggiunto" come insostituibili ambienti di apprendimento
In particolare si sono integrate risorse on line quali il web forum e il blog personale, in modo da sperimentare forme, pur limitate all'ambito disciplinare, di blended e-learning (cioè di formazione a distanza mista a interventi in presenza).
Dagli anni '90 del secolo scorso è stata attivata la sperimentazione liceale, all'interno dell'istituto tecnico, prevedendovi l'insegnamento della filosofia come particolarmente caratterizzante.
La formazione che l'indirizzo
offre è liceale (il titolo di studio è diploma di liceo
scientifico), ma va oltre i modelli tradizionali: attraverso l'integrazione
delle componenti umanistica e scientifico-tecnologica, permette di
realizzare il progetto di un tecnoumanesimo che superi la divisione
tra culture. |
Il contesto rappresentato dall'Istituto nel suo complesso è apparso, dunque, particolarmente favorevole alla sperimentazione del progetto, per il "clima" di ricerca che, per così dire, vi si respira.
Per un certo tempo vi ha operato un gruppo di progetto, guidato da Gabriele
Righetto dell'Università di Padova, a cui anche il responsabile
del progetto ha fatto parte.
Tale gruppo di docenti ha condotto una riflessione sulla nozione di "tecnoumanesimo"
(trasversale a tutto l'Istituto, non solo all'indirizzo liceale!), ispirando
anche il dettato del Piano dell'Offerta Formativa: si sono, cioè, esaminati
il ruolo trasversale e integrativo che il sapere umanistico, in generale, e
quello filosofico, in particolare, possono svolgere all'interno di una cultura
a vocazione tecnologica e, viceversa, l'utilità che lo stesso sapere
umanistico può trarre da un rapporto più intenso con le nuove
tecnologie.
Nel biennio di tutti gli indirizzi, inoltre, all'interno di un disegno di sperimentazione ministeriale, sono stati sperimentati con successo nell'a.s. 2002-2003, sotto la supervisione del responsabile del progetto, moduli di filosofia da parte di docenti di altra disciplina (italiano, diritto e matematica).
Un'ampia dotazione di strumenti tecnologici e di servizi, dall'aula multimediale alla stamperia (per il servizio fotocopie), ha senza dubbio favorito la nostra esperienza.
Paradossalmente, infine, la stessa relativa mancanza di una tradizione consolidata
nell'insegnamento della filosofia (come quella che, in genere, caratterizza
un liceo classico o scientifico "normale") ha giocato probabilmente
un ruolo positivo, motivando sia il docente che gli allievi a ricercare nuove
vie.
Responsabile del progetto è stato il prof. Giorgio Giacometti (info@platon.it), docente di filosofia dell'Istituto "Malignani", per il quale l'esperienza ha costituito argomento di tesi nell'ambito del Master Universitario in Innovazione Didattica e Orientamento, offerto negli aa.aa. 2002/2003 e 2003/2004 dall'Università degli Studi di Udine.
La realizzazione del progetto non sarebbe stata possibile senza l'aiuto del prof. Piergiuseppe Rossi, attualmente docente presso la SSIS dell'Università di Macerata; il quale non solo, con i suoi interventi nell'ambito del Master Universitario I.D.O., offerto dall'Università di Udine, e con i consigli successivamente forniti, ha ispirato l'idea centrale che ha guidato questa ricerca, ma ha anche messo a disposizione l'ambiente Edulab che ha consentito di attuarla.
Per quanto riguarda le tecniche di conduzione e di valutazione dei risultati del progetto importanti suggerimenti, oltre allo stesso Rossi, sono provenuti al prof. Pierpaolo Limone, dell'Università della Valle d'Aosta, che ha fornito anche una ricca bibliografia di studi relativi alle metodiche dell'indagine qualitativa.
Un valido supporto, in sede di valutazione del progetto, è venuto anche dal dott. Emanuele Cecchinato, tirocinante di filosofia della SSIS del Veneto.
Né va dimenticato il contributo del prof. Alberto Della Piana, docente di religione, alla discussione on line con gli allievi (contributo che ha aperto uno squarcio sulle potenzialità interdisciplinari, oltre che transdisciplinari, del progetto).
Naturalmente senza la sincera adesione e la a vivace partecipazione degli studenti e delle studentesse delle classi IV A, IV B e IV C del liceo scientifico-tecnologico (a.s 2004-2005) la realizzazione del progetto sarebbe stata semplicemente impossibile!
Il contesto in cui la scuola italiana è immersa non sembra favorire come un tempo la motivazione all'apprendimento scolastico, in tutti i settori disciplinari.
In questo quadro si sottolinea, pressoché universalmente, l'esigenza di promuovere tutte quelle forme di innovazione in campo didattico che possano contribuire a rimotivare gli allievi ad apprendere.
Per motivare ad apprendere - ma ad apprendere in senso disciplinarmente
caratterizzato - pare che la strategia più efficace consista nel
cercare di conferire la massima significatività possibile, a partire
dal vissuto degli allievi, non solo e non tanto ai cosiddetti "contenuti",
quanto soprattutto ai metodi e agli stili propri di ciascuna disciplina.
Ora, si ha motivo di ritenere che proprio il ricorso oculato a strumenti
di tipo telematico e multimediale possa favorire l'"aggancio"
tra le modalità di conoscenza relativamente ingenue degli allievi
e quelle proprie della discipline scolastiche e, in particolare, della filosofia.
In un contesto in cui gli allievi risultano sempre più differenziati sia dal punto di vista culturale che dei livelli delle rispettive prestazioni, un problema è legato alla necessità sempre più forte di pensare a forme nuove di individualizzazione dell'insegnamento.
Il ricorso ponderato e sapiente ai nuovi strumenti telematici, certo, a determinate condizioni di accessibilità ai medesimi, può contribuire a risolvere questo tipo di problema, accelerando enormemente i tempi dell'interazione allievo-docente e allievo-allievo
L'insegnamento della filosofia non è esente dalla caduta di motivazione che investe più generalmente le discipline scolastiche e dal bisogno di venire ripensato a partire dal vissuto degli allievi, al limite di ciascun singolo discente, e dalla loro effettiva domanda di apprendimento.
Da tempo si è puntato il dito contro lo studio della filosofia
come apprendimento mnemonico delle "opinioni" degli autori,
riferite in rigida sequenza cronologica, spesso senza conferire particolare
attenzione alle argomentazioni con cui vennero di volta in volta sostenute.
Tale studio non solo appare sterile e demotivante, ma - quel che mette conto
di rilevare - tradisce l'essenza stessa della filosofia dal punto
di vista del suo "metodo" o, forse ancora meglio, del suo "stile".
Non
si può insegnare la filosofia: (Kant, Riflessioni sull'antropologia) |
Dalla filosofia come dottrina o come aggregato di dottrine (a volte contrapposte l'una all'altra in modo puramente estrinseco, spesso a solo scopo mnemonico) si cerca sempre più di passare al filosofare come stile di apprendimento e di discussione dei problemi, come attività.
A questo scopo il rapporto con gli autori resta centrale, ma di questi si recuperano allora i testi, piuttosto che le sintesi, come modelli di ragionamento, di riflessione, di discussione di problemi, senza peraltro rinunciare a conferire senso anche alla loro dimensione storica.
Le indicazioni della più avanzata ricerca didattica, in
campo filosofico, sembrano paradossalmente evocare l'antica idea gentiliana
(ben poco realizzata nella stessa scuola che dalla riforma di Gentile prese
il nome) del "laboratorio
filosofico".
Ora, proprio il ricorso agli strumenti telematici appare la via più efficace, perché più efficiente, di realizzare compiutamente quel cambio di prospettiva nell'insegnamento della filosofia che la ricerca didattica suggerisce, ma che spesso è reso opaco o impedito dalla "forma" o meglio dalla "struttura" degli strumenti tradizionali (il manuale, la stessa antologia).
L'esigenza generale di individualizzazione dell'insegnamento
è ancora più viva per la filosofia, nella quale, secondo il modello
della maieutica socratica, il "sapere" più che impartito
dal docente o da fonti comunque esterne, dovrebbe "nascere" dallo
stesso soggetto discente, opportunamente sollecitato da domande.
È chiaro che per realizzare qualcosa di lontanamente paragonabile a questo
modello si devono immaginare contesti di apprendimento "uno a uno",
docente - allievo, o, in una fase più avanzata, allievo - allievo,
quali quelli resi possibili dai nuovi mezzi telematici.
Il ricorso allo strumento telematico sembra rispondere
all'esigenza di favorire al massimo grado la documentazione e, quindi,
la capitalizzabilità e trasferibilità delle esperienze
didattiche realizzate, in tutto o in parte, attraverso questo mezzo.
Questa esigenza retroagisce fecondamente sulle precedenti: l'allievo e lo stesso
docente sanno che quanto "fanno" resterà in forma di prodotto
e, per quanto importanza sia assegnata comunque al processo, sono
senz'altro più motivati nella loro reciproca azione.
Inoltre l'aspetto della documentabilità e, quindi, trasferibilità investe in modo essenziale anche la valutazione del progetto (il quale ha rappresentanto il momento esplorativo di una vera e propria ricerca-azione).
Le particolari modalità telematiche di realizzazione di porzioni importanti del progetto ne hanno fatto l'occasione per sperimentare una forma, limitata, di blended e-learning, rispondente al più generale bisogno della scuola di accostarsi a questa forma di interazione didattica (a distanza), in vista anche della sfida posta dalla prospettiva della formazione permanente.
Scopo del progetto è stato quello di rafforzare
più di quanto non si potesse fare adottando metodologie più tradizionali - come si è cercato di rilevare mediante il ricorso a una classe di confronto -
una serie di competenze
In corrispondenza di tali competenze e del parametro della motivazione sono stati definiti i seguenti indicatori di risultato, riferiti alle produzioni off e on line degli allievi realizzate, rispettivamente,
competenze e motivazione
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indicatori di risultato
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motivazione |
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competenze logiche |
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competenze semantiche |
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competenze ermeneutiche |
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competenze argomentative |
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competenze critiche competenze autocritiche |
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Il progetto si è dovuto misurare
Dal momento che si è trattato di un progetto di ricerca si sono dovute considerare anche
Rispetto all'uso educativo della rete (seguendo Calvani 1999, p. 9) possiamo distinguere almeno quattro diverse prospettive:
Il progetto si è concentrato su quest'ultima prospettiva, quella della comunicazione, privilegiando gli strumenti asincroni (cioè che non lavorano in tempo reale):
dunque web forum, blog, e-mail, piuttosto che chat, videoconferenza ecc.
Seguendo soprattutto le indicazioni di Ruffaldi 1999, si possono identificare diverse linee di innovazione nella didattica della filosofia, che fanno capo ai seguenti modelli:
Il progetto si è concentrato su quest'ultima prospettiva, quella maieutica o socratica, arricchita e sostenuta da un contesto di tipo ermeneutico-laboratoriale.
L'"intersezione" tra interazione telematica (web forum, blog) ed esercizio maieutico ha configurato una forma di electronic mentoring.
All'interno dei diversi possibili paradigmi che presiedono la ricerca didattica, ossia, principalmente:
in seguito a una disamina epistemologica delle diverse opzioni, è stata scelta, non solo per la natura della disciplina coinvolta, ma anche, più in generale, per la natura della relazione didattico-pedagogica e della professionalità docente, la ricerca-azione, della quale sono stati approfondite le interrelazioni con le istanze proprie delle didattica della filosofia.
Destinatari del progetto sono stati gli allievi delle 3 classi quarte (a.s. 2004/2005) dell'indirizzo scientifico-tecnologico dell'Istituto Tecnico Industriale "A. Malignani" di Udine.
Una condizione fondamentale per la realizzabilità del progetto è una diffusa disponibilità, da parte degli allievi, (almeno l'80%) di strumenti per la connessione domestica a Internet.
Per la realizzazione del progetto è stato indispensabile poter accedere all'aula multimediale dell'Istituto, ma con una frequenza decisamente minore di quanto preventivato, data l'ampia disponibilità di risorse telematiche domestiche da parte degli allievi, e questo anche nel periodo di massima concentrazione delle attività on line.
Accedere con maggior frequenza all'aula avrebbe consentito,
forse, di venire incontro alle esigenze dei pochi allievi che non potevano connettersi
da casa, ma a prezzo di rallentare eccessivamente l'attività didattica,
specialmente quella svolta a beneficio della maggioranza, e di vanificare anche,
in parte, il senso stesso della sperimentazione (nella misura in cui essa aveva
per tema anche l'e-learning),
In molti casi, date le difficoltà persistenti di alcuni (pochi) allievi
delle classi di progetto di connettersi da casa, si è trovato praticamente
inevitabile ricorrere alla (forse discutibile) soluzione di far svolgere loro
attività sostitutive di quella telematiche ricorrendo a mezzi tradizionali,
analogamente a quanto veniva realizzato, parallelamente, nella classe di confronto.
È stato necessario definire preliminarmente i criteri da soddisfare
per garantire i requisiti di tutela della privacy.
Ai genitori degli allievi si è chiesto di autorizzare per iscritto, tramite
modulo prestampato, di permettere che i figli figurassero all'interno della
piattaforma on line di progetto col solo nome di battesimo, eventualmente
seguito dall'iniziale puntata del cognome (in caso di omonimia) e la classe
di appartenenza,.
Le risorse telematiche (software) necessarie per la partecipazione agli
ambienti di apprendimento on line sono stati forniti da esperti dall'Università
di Udine (segnatamente dal prof. Piergiuseppe Rossi).
Si tratta di un ramo della piattaforma Edulab.
Le classi con le quali si è sperimentata l'e-philosophy adottavano già metodologie di tipo laboratoriale e in particolare:
Le prove somministrate nel precedente anno scolastico, in particolare, hanno accertato che ciascun allievo disponeva delle seguenti competenze:
Si è partiti dal presupposto, fondato sui risultati delle prove conclusive del precedente anno scolastico, che ciascun allievo, a consuntivo delle attività svolte nella classe terza, disponesse delle seguenti conoscenze:
In particolare gli allievi conoscevano
Si sono sviluppati temi e problemi compatibili con le indicazioni dei programmi di filosofia relativi alle classi quarte, destinatarie della sperimentazione.
I programmi vigenti nell'Istituto, detti "Brocca", già prevedono l'ampio ricorso a testi, piuttosto che a sintesi manualistiche, e invitano a centrare l'attività didattica sull'analisi dei problemi e sul confronto tra le diverse soluzioni che sono state loro storicamente date.
Essi invitano anche a identificare le strategie argomentative adottate
dai diversi autori .
Per le classi quarte i programmi suggeriscono rose di diversi autori tra cui operare scelte opportune di testi e di letture (essendo obbligatoria solo la trattazione di Kant e Hegel) e alcuni percorsi, tra altri possibili, relativi a problemi propri della filosofia moderna.
Il problema, tipico dell'età moderna ma di grande attualità, su cui si è ritenuto opportuno centrare la riflessione, attingendo agli autori più significativi che ne hanno dibattuto, è apparso quello della "libertà", per gli evidenti agganci al vissuto degli allievi e le possibilità di espansione.
A partire dalla presentazione di diversi casi concreti
l'attività laboratoriale è potuta consistere nella discussione del problema "che cos'è la libertà", articolandolo in sottoproblemi da discutere a propria volta, valendosi di uno stile di riflessione il più possibile caratterizzato in senso filosofico:
Il ricorso ai testi degli autori è stato funzionale alla discussione.
Gli allievi hanno avuto a disposizione, in forma sia cartacea che telematica, brevi estratti da testi di autori di diversa epoca, per lo più di età moderna, riguardanti ciascuno dei sotto-problemi in cui si è articolato quello della "libertà" .
Nel caso di
opere coperte da diritti di autore
ci limitiamo a fornire l'indicazione bibliografica del testo utilizzato,
senza inserire il link al materiale testuale.
Per quanto riguarda il rapporto tra volontà e conoscenza (filo n. 4 del forum) i principali testi letti sono stati i seguenti.
Per quanto riguarda il il rapporto tra libertà umana e divina predestinazione (filo n. 5 del forum) i principali testi letti sono stati i seguenti
Per quanto riguarda il il rapporto tra libertà umana e ipotesi deterministica (filo n. 6 del forum) i principali testi letti sono stati i seguenti
Il percorso attuativo del progetto, dal momento che i contenuti trattati erano coerenti con le indicazioni dei programmi, è durato per l'intero primo quadrimestre, dal 15.9.04 al 23.1.05 dell'a.s. 2004/2005, concentrando le attività di maggior interesse sperimentale nei mesi centrali (novembre, dicembre), per una durata complessiva di 45 ca. ore curricolari per classe.
Nelle due classi di progetto, in corso d'opera, rispetto all'iniziale articolazione del percorso in fasi ben distinte (cfr. all. B [file word]), si è trovato più efficiente e pertinente organizzarlo lungo le seguenti diverse linee procedurali sviluppate parzialmente in parallelo (cioè in sovrapposizione temporale):
L'allievo, alla luce del dibattito e dei testi letti, ha costruito una prima ipotesi di soluzione del problema centrale o di un sotto-problema o di altri problemi implicati emersi nel dibattito. In fase di elaborazione egli è stato sollecitato da domande, del docente (in qualche caso anche di altri allievi, che ne hanno assunto il ruolo "socratico"), a precisare la propria ipotesi, verificandone i presupposti e le implicazioni, l'eventuale compatibilità o incompatibilità con le tesi di altri compagni o degli autori, la congruità con nuovi esempi o casi proposti alla discussione ecc. Ciascun blog è stato sempre visibile a tutti gli altri.
Il percorso progettuale vero e proprio (nella classi di progetto: lavoro di discussione e rielaborazione on line; per la classe di confronto: attività analoghe svolte ricorrendo a mezzi più "tradizionali" come la discussione in classe e la rielaborazione su supporto cartaceo) è stato intrecciato con la normale attività didattica [per il dettaglio del diario di ricerca-progetto cfr all. A (file word)].
.
La "normale attività didattica" è consistita nelle realizzazione di due moduli di programmazione, coerenti con le indicazioni dei programmi (detti "Brocca") dell'indirizzo e del P.O.F. dell'Istituto, intitolati rispettivamente
Il primo modulo ha svolto un ruolo di introduzione storico-culturale
alla filosofia moderna e al problema teologico, con le sue implicazioni
antropologiche.
Il secondo modulo ha incluso la vera e propria attività progettuale,
rappresentandone il necessario sfondo culturale.
prima metà di settembre |
Il test iniziale [cfr anche l'originario file word] è stato somministrato avendo cura di precisare che esso non aveva una funzione di valutazione del profitto degli allievi. In generale, il progetto e ciascuna della sue articolazioni sono stati
proposti alle classi "giocando a carte scoperte" e verificando
di volta in volta l'esistenza di un ampio consenso, che non è mai
venuto meno, rispetto alle attività offerte. Un errore commesso inizialmente, a dire il vero,
è stato probabilmente quello di proporre il progetto troppo presto,
senza prima "interessare" gli allievi alla discussione del problema
della libertà. |
inizi di ottobre |
Si è realizzato il primo approccio con l'ambiente on line in aula multimediale: gli allievi di entrambe le classi coinvolte direttamente nel progetto hanno dimostrato diffusamente interesse e motivazione per la nuova esperienza. Sono stati riscontrati, tuttavia, alcuni problemi:
I primi due problemi si sono sostanzialmente risolti da soli con l'esercizio
e il prosieguo dell'attività. Per affrontare i primi problemi, sia tecnici sia concettuali, legati
all'avanzamento del percorso si è trovato molto utile ricorrere
alla funzione di e-mail, compresa nella piattaforma Edulab. Non trattandosi di un vero e proprio ambiente di apprendimento,
non si era previsto inizialmente di prestare particolare attenzione al
ricorso all'e-mail. Del resto non si richiedeva a tutti gli allievi
di possedere un proprio indirizzo di posta elettronica. Il ricorso a questo
strumento è stato quindi necessariamente estemporaneo e saltuario.
Un'altra soluzione escogitata in corso d'opera è stata quella di distinguere immaginariamente il "prof Giacometti", come soggetto responsabile della valutazione degli allievi e dell'intero progetto, e sottoposto egli stesso a valutazione in sede di Master (dunque come figura con funzioni di "controllo" procedurale e di "autocontrollo"), da un personaggio virtuale, un "filosofo" (per cui si è scelto il nickname di "Pitagora di Samo", in quanto "reincarnazione" elettronica del celebre maestro greco, che insegnava, appunto, la dottrina della "metempsicosi") con la funzione di "giocare" con gli allievi a discutere liberamente i problemi filosofici, esercitandoli maieuticamente a rispondere ai quesiti "per amore del sapere" e senza implicazioni "valutative" dirette. Lo sdoppiamento dei ruoli del docente è parsa un'idea di grande rilevanza per caratterizzare "filosoficamente" e criticamente l'intero progetto. Si può ritenere, tuttavia, ad evitare possibili effetti collaterali negativi, come la "deriva ludica" di cui sopra, che sia opportuno che la "schizofrenia" tra "gioco" e "impegno di ricerca" non sia esasperata e si mettano sempre in luce anche i necessari legami tra i due aspetti (ricorrendo, ad esempio, a frequenti riferimenti reciproci, anche scherzosi, tra il "prof" e il "personaggio filosofo").
Sono stati proposti alcuni exempla sul tema della libertà
("casi") allo scopo di suscitare un primo dibattito (si
veda, ad es., quello relativo alla "carovana"
nel diario di bordo della classe IV A).
Nello stesso periodo gli allievi di tutte le classi (sia di progetto che di confronto) hanno iniziato a consegnare i dialoghi cartacei sul tema della libertà, a titolo di seconda prova di ingresso (di tipo qualitativo, a differenza del test iniziale) da confrontare con le produzioni successive degli allievi per valutare, in sede di bilancio, l'eventuale potenziamento delle "competenze filosofiche" intervenuto grazie al progetto. |
metà di ottobre |
Un effetto non previsto ma fecondo (nella terminologia della ricerca-azione à la Pourtois), registrato a un certo punto del percorso, è stato il ricorso anzitempo al web forum da parte di alcuni allievi di entrambe le classi, "contro le regole", per "postare" interventi non del tutto pertinenti al tema o, comunque, precoci rispetto al livello di elaborazione dell'argomento (iniziando, in particolare, i fili n. 2 e n.3, dedicato, quest'ultimo, in larga misura al problema della guerra in Iraq!). Un tale "incidente" si è potuto sfruttare
per valorizzare lo spontaneo interesse degli allievi per la possibilità
di dibattere di temi che stavano loro a cuore; dunque per incentivare
la motivazione al ricorso al web forum in chiave filosofica.
Rispetto all'uso specifico della piattaforma Edulab per la discussione on line, il suo uso preliminare come repertorio di testi e come strumento per la comprensione testuale, iniziato anch'esso a ottobre, si è rivelato un po' più problematico del previsto per diverse ragioni. Alcuni allievi hanno lamentato il fatto che rispondere on line alle domande guida faceva sì che fosse facile ai "furbi" scopiazzare le risposte dei compagni, togliendo mordente, per così dire, alla "competizione reciproca". Questa osservazione è apparsa subito un po' debole: anche il tradizionale lavoro su carta si è sempre prestato a operazioni di scopiazzatura. L'essenziale è che l'allievo comprenda l'utilità dell'esercizio di comprensione testuale, fatto in prima persona, per l'acquisizione (non delegabile) delle necessarie competenze filosofiche. Tale presa di coscienza, molto più di controlli di altro tipo, responsabilizzando i singoli, dovrebbe ridurre la facile tentazione di prendere "spunti eccessivi" dalle risposte altrui. Più pertinente è apparso il rilievo secondo cui le operazioni di connessione alla rete (accesso tramite password al sito Edulab, accesso alla videata con l'indicazione delle consegne giornaliere, apertura della pagina con i materiali, lettura on line dei testi, apertura della pagina con le domande guida, riempimento dei campi di testo, invio ecc.), considerando anche il rischio non infrequente di perdita di dati e la necessità di preparare prima le proprie risposte su file word (anche per poterne portare una copia stampata per la discussione in classe, off line), si potevano rivelare operazioni eccessivamente macchinose e non competitive con il più tradizionale modus operandi consistente nell'acquistare la fotocopia dei testi dati in lettura e nel rispondere su fogli estraibili di quaderno a ganci. In effetti, presa isolatamente, questa procedura può apparire
poco efficiente. Va considerato, però, che se la si colloca in
un più ampio e complessivo lavoro on line, il fatto di leggere
testi in rete e di rispondere on line, offrendo alla pubblica lettura,
sia del docente che dei compagni, già qualche primo spunto problematico,
costituisce un avanzamento rispetto alla procedura tradizionale; consente,
ad esempio, soprattutto in sede di discussione, di recuperare facilmente
testi e analisi svolte e di documentare a consuntivo l'intero processo
di problematizzazione filosofica: dalla fase della lettura dei classici
fino a quella dell'elaborazione delle tesi più personali. |
fine ottobre |
I primi risultati del forum sono apparsi subito superiori alle aspettattive:
L'attività di lavoro di gruppo in presenza, realizzata nella classe di confronto, sugli stessi temi dei 3 fili aperti sul forum per le altre due classi, per valutare le eventuali differenza negli esiti (a parità di lavoro preliminare svolto sui testi) ha dato questo risultato:
Per quanto riguarda l'uso vero e proprio del web forum, iniziato formalmente a fine ottobre, si può rilevare quanto segue. Sono stati aperti i 3 fili per ciascuno dei 3 sottoproblemi nei quali
si è articolata la discussione del problema della libertà. |
metà di dicembre |
Solo a metà dicembre si sono cominciati ad attivare i blog
individuali. Sempre a metà dicembre è stato somministrato il test finale [cfr anche l'originario file word], identico a quello iniziale, diretto a valutare l'eventuale rafforzamento delle competenze logiche degli allievi. |
pausa natalizia |
Durante le vacanze di Natale sono stati finalmente prodotti la
maggior parte dei blog da parte degli allievi. In ogni caso i pochi blog contenenti un principio di discussione e di problematizzazione (spesso ancora una volta sollecitata dal docente, piuttosto che da altri allievi) si sono potuti giudicare sufficienti per una prima valutazione dell'efficacia di questo strumento. Si è deciso, infine, di lasciare agli allievi "ritardatari" la possibilità di mettersi "in pari" con il lavoro, non oltre la fine del I quadrimestre, in modo da poter disporre in tempo utile di tutti gli elaborati per poter procedere alla loro valutazione individuale, nonché a quella globale del progetto. |
In fase di prima lettura dei prodotti testuali degli allievi, dai dialoghi consegnati inizialmente agli interventi nel web forum, ai blog e ai saggi brevi, si è proceduto, sempre secondo la metodologia propria delle ricerca-azione, grazie anche al confronto col dott. Emanuele Cecchinato, tirocinante di filosofia della SSIS del Veneto, che ha collaborato alla realizzazione di alcuni interventi conclusivi del progetto, a una revisione motivata della lista degli obiettivi di ricerca e di apprendimento inizialmente stilata, nel senso, suggerito anche da Pierpaolo Limone, di una loro fondamentale riduzione a quelli che abbiamo presentato sopra (per un confronto con la lista degli obiettivi inizialmente prevista cfr. all. B [file word]).
La strategia di base: una didattica ermeneutica
Può essere il caso di ricordare che, per quanto riguarda l'insegnamento della filosofia in un liceo scientifico-tecnologico, la "normale attività didattica" è (o, almeno, dovrebbe essere) tutt'altro che "tradizionale", se per attività tradizionale si intende una sequenza di lezioni frontali, nelle quali viene riassunto il pensiero di una serie di autori proposti in ordine storico-cronologico, seguita da un colloquio orale ("interrogazione") nel quale ciascun allievo deve dimostrare quasi solo una conoscenza di tipo mnemonico degli appunti presi durante le lezioni (o, tutt'al più, di qualche pagina di manuale).
Per "normale attività didattica" si è intesa essenzialmente (prescindendo qui da approfondimenti, ricerche, occasioni particolari di discussione in classe, stesura di saggi brevi ecc.), secondo le indicazioni sia dei programmi che della più aggiornata ricerca metodologico-disciplinare in campo filosofico,
p.e. il problema del rapporto tra fede e ragione, l'ipotesi di soluzione di questo problema di S. Tommaso, il problema del rapporto tra libero arbitrio e predestinazione, l'ipotesi di soluzione di Erasmo da Rotterdam ecc.
La metodologia, in altre parole, può nel complesso essere indicata come "ermeneutica" (interpretativa) coinvolgendo dati culturali, competenze di ordine logico-linguistico e precomprensioni legate al vissuto e alla prospettiva "ingenua" degli allievi.
È importante precisare il fatto che "normalmente" i programmi "Brocca" prevedono, nella mediazione didattica della filosofia, una strategia storico-problematica che, nel quadro del liceo scientifico-tecnologico, viene praticata generalmente nel modo indicato (ossia, appunto, ermeneutico).
Nel caso specifico del progetto e-philosophy (a.s. 2004-2005) la "normale attività didattica", nei due moduli svolti contestualmente alla realizzazione del percorso di progetto, è consistita nello studio, contestualizzato storicamente, delle prospettive di diversi autori e "scuole di pensiero" su una serie di questioni, particolarmente dibattute nel Medioevo e nella prima età moderna: soprattutto
L'uso corrente dello strumento telematico: il diario di bordo on line
Una particolare modalità connessa alla strategia ermeneutica di base, sperimentata da diversi anni, resa possibile anche grazie al supporto dello strumento informatico, prima, e telematico, poi, è la stesura periodica del diario di bordo, da parte degli allievi, sotto la supervisione del docente .
Un rischio del lavoro ermeneutico, infatti, articolato nel modo che si è detto, è quello di generare negli allievi una certa confusione: il fatto che non si segua rigidamente il manuale, né un rigido ordine cronologico, nell'esposizione dei diversi problemi e dei modi in cui i diversi autori li hanno via via discussi può rendere difficile, in sede di ricapitolazione dei percorsi svolti, "tirare le fila" e conseguire quella visione sintetica che permetta, poi, una corretta sedimentazione storico-culturale di quanto appreso.
Per ovviare a questo inconveniente, dal momento che i percorsi, pur entro i limiti posti dai programmi vigenti in relazione a ciascun indirizzo di studi, sono "liberi", - dipendono, cioè, dall'intreccio tra competenze e vocazione del docente da un lato e interessi e domande degli allievi dall'altro - si è rivelato profittevole redigere, a conclusione di ciascun percorso, di volta in volta, un diario di bordo; ovvero una traccia che, tenendo conto del complesso del lavoro svolto (esposizione del docente, risposte degli allievi alle domande guida sui testi, eventuali relazioni e ricerche, mappe concettuali, risultati di discussioni in classe ecc.), ne costituisse un'utile sintesi.
Tale prodotto, elaborato, generalmente, dagli allievi in aula multimediale, corretto e perfezionato dal docente, collegato mediante rimandi ai diversi materiali analizzati (essenzialmente i testi degli autori) o ai diversi prodotti realizzati (rappresentazioni grafiche, tabelle, approfondimenti ecc.), consente, in generale, agli allievi un utile ripasso critico, in vista delle prove di valutazione .
Di tale diario di bordo, costruito mediante lo strumento informatico (i pc dell'aula multimediale) per favorirne la più ampia diffusione e la più chiara lettura, da qualche anno viene proposta anche un versione telematica [cfr. p.e. il diario di bordo del percorso di una classe terza su etica e politica classica].
In questa versione on line al posto dei rimandi sono proposti link ipertestuali ai materiali utilizzati (quando non coperti da diritti d'autore).
In tal modo la costruzione progressiva del diario di bordo può avvenire attraverso una vera e propria attività di blended e-learning (associando attività on line alla normale attività didattica in classe).
Tale procedura permette di conseguire alcuni risultati di rilievo:
Il limite di questa forma di e-learning (che, non a caso, è del tutto facoltativa, dal momento che non si può richiedere che tutti gli allievi siano attrezzati dal punto di vista telematico) è tuttavia che essa non rappresenta una radicale innovazione dal punto di vista della metodologia didattica, potendo essere affiancata e sostituita validamente da un'analoga modalità di lavoro ricorrendo a mezzi più tradizionali:
Certo, il mezzo telematico presenta indubbi vantaggi: grazie al "tempo reale" accelera i tempi di lavoro, consente più facili attività di recupero, grazie alla struttura ipertestuale migliore l'integrazione tra le varie componenti dei percorsi svolti ecc.
Tuttavia, dal punto di vista concettuale, questa forma di e-learning non sembra costituire un'innovazione altrettanto radicale quanto quella sperimentata nell'ambito dello specifico progetto e-philosophy.
L'innovazione sperimentata: un esercizio maieutico
La vera e propria innovazione su cui verte il progetto non è consistita tanto
L'innovazione è consistita essenzialmente nel ricorso agli ambienti di apprendimento on line in quanto strumenti volti a consentire, più e meglio di altri (donde il loro "valore aggiunto"), di rendere tale approccio più incisivo ed efficace, al fine di sviluppare specifiche "competenze filosofiche" negli allievi.
In particolare si è inteso attivare un vero e proprio esercizio maieutico, di ricerca, che permettesse agli allievi di essere non solo interpreti di elaborazioni altrui, ma veri e propri protagonisti della riflessione filosofica.
Nelle classi di progetto l'attività progettuale specifica, pur sulla base di un lavoro metodologicamente organizzato in forma ermeneutico-laboratoriale, è consistita essenzialmente nel ricorso particolari tools telematici, quali il web forum e i blog, per la discussione on line del problema della "libertà" e di altri ad esso collegati.
Solo accessoriamente o introduttivamente, come accennato, ci si è valsi della piattaforma on line (così come, in generale, in passato, ci si è valsi del sito del docente) anche per svolgere la "normale" attività di analisi testuale.
Nella classe di confronto, in sostituzione delle attività su web forum e blog, si è proposta, invece, la strategia didattica più "tradizionale", punteggiata da sporadiche discussioni in classe sul tema della libertà e conclusa con la stesura, da parte di ciascun allievo, di un saggio breve sullo stesso tema (in parallelo al blog delle classi di progetto).
Prima dell'inizio del percorso, in tutte le classi, è stato scritto dagli allievi, altresì, un dialogo filosofico, su modello socratico, sempre sul tema della libertà, da confrontare coi risultati conseguiti a fine percorso.
L'innovazione didattica specificamente introdotta, quindi, ha riguardato non tanto il ricorso allo strumento telematico in quanto tale, già da tempo sperimentato, con buoni risultati, a titolo di integrazione di strumenti più tradizionali, quanto il suo particolare uso per attivare modalità di lavoro filosofico che altrimenti sarebbe stato impossibile realizzare: la discussione on line (il web forum) e la costruzione di un proprio percorso individuale (ma pubblico: il blog).
Anche se, come detto, nella classe di confronto si è tentato di realizzare modalità di lavoro il più possibile analoghe a queste, svolgendo discussioni in classe e costruendo, sulla base di esse, riflessioni personali (saggi brevi), il mancato ricorso allo strumento telematico ha reso, comunque, impossibile un processo di documentazione immediata della discussione in corso.
Questa documentazione in tempo reale, resa invece possibile dal ricorso al web, ha permesso alla classi di progetto di fruire sia delle virtù del dialogo orale, sia dei vantaggi della registrazione scritta, permettendo quel lavoro di rilettura continuo che ha consentito un'effettiva e quasi "visibile" "crescita" nelle conoscenze e nelle competenze.
Il progetto didattico, come progetto pilota, ha costituito in pari tempo ricerca esplorativa nel quadro della metodologia della ricerca-azione.
L'ipotesi che ha guidato la ricerca è che il ricorso a una forma di blended e-learning¸ centrato sull'uso di tools telematici quali il web forum e il blog, possa favorire, in modo verosimilmente più efficace di altre strategie didattiche, la trasformazione, auspicata in letteratura, dall'insegnare la storia della filosofia all'insegnare a filosofare (nel senso dell'attivare un procedimento maieutico di ricerca sui presupposti del proprio agire e pensare).
Tale essendo l'ipotesi di ricerca, la valutazione dei risultati
e ha "misurato"
Si sono quindi tematicamente considerate non tanto le abilità connesse all'uso dei tools telematici, come tali, e i dati relativi ad esse (p.e. la frequenza dei collegamenti on line, la qualità dei link ipertestuali ecc.), quanto quelle peculiari competenze filosofiche, di rilevanza transdisciplinare [vedi supra], il cui rafforzamento avrebbe consentito di confermare, in tutto o in parte, l'ipotesi di partenza.
I dati considerati
Dati utili per ragionare sul risultato della ricerca sono stati i seguenti (elencati secondo un ordine che va da ciò che "sembra" più soggetto a "misurazione" a ciò che appare più opinabile):
Il carattere qualitativo della valutazione
Assumendo il termine "obiettivo" in senso lato, come appare necessario per la natura del progetto e della disciplina che ne è fondamentalmente coinvolta (la filosofia), è apparso legittimo far corrispondere agli obiettivi non già altrettanti descrittori di apprendimento, ossia l'indicazione di prestazioni oggettivamente verificabili o perfino misurabili, quanto piuttosto indicatori di risultato coerenti con le finalità del progetto, ma solo indirettamente verificabili; ossia categorie che consentissero la costruzione di "griglie" di valutazione di competenze rilevabili attraverso procedimenti di tipo "indiziario".
L'apparente carenza di "oggettività" che ne è risultata è stata compensata dalla controllabilità intersoggettiva (e, quindi, negoziale) delle valutazioni prodotte, resa possibile dalla documentazione dell'esperienza che consente l'accesso di altri soggetti ai materiali sui quali l'attività valutativa si è esercitata (in parte disponibile anche in questa sede on line).
Il conseguimento (o meno) degli obiettivi, pertanto, non si è potuto accertare univocamente ed esclusivamente attraverso le prove finali [file word] ("verifiche"), a cui pure si è ricorso, ma si è prestato, piuttosto, a venire discusso tra "esperti", in sede di valutazione, attraverso un'analisi interpretativa tanto del processo quanto del prodotto didattico.
La valutazione del progetto, dunque, si è valsa di
La valutazione, dunque, non ha potuto che essere il frutto, offerto alla discussione di "esperti", di un'interpretazione dell'intero processo e dei suoi prodotti (specialmente, per quanto attiene agli allievi, dei loro percorsi individuali, da inserire in un eventuale portfolio).
Ora, a questo scopo, la possibilità che lo strumento telematico ha offerto di documentare analiticamente le principali fasi dell'esperienza (i blog per i percorsi individuali, il web forum per la discussione dei gruppi) è parsa consentire, meglio di qualsiasi "test sommativo" finale, una valutazione ponderata dei risultati dell'esperienza stessa.
D'altra parte il miglior banco di prova delle conclusioni (provvisorie) a cui
si è pervenuti [vedi ultra],
appare la possibilità, mutatis mutandis, di replicare il
percorso progettato in contesti diversi.
Ciò potrebbe dare luogo a un processo che, mentre verifica la qualità
del progetto, in termini di punti di forza e di debolezza, ne attua anche ogni
possibile miglioramento.
Il limite di questa modalità di valutazione appare la
sua apparente "soggettività".
Il campione degli allievi coinvolti è statisticamente limitato, per non
dire irrilevante, e il giudizio sull'esperienza, se è fornito dal docente
stesso che l'ha guidata o anche da altro esperto o gruppo di esperti (della
disciplina? dell'uso didattico dello strumento telematico?), appare condizionato
dal contesto e/o dalle proprie idiosincrasie.
D'altra parte, poiché ogni esperienza di questo genere ha una sua componente
situata che per definizione è irripetibile, è naturale
che generalizzazioni affrettate, compiute sulla base della sua replicazione
in altro contesto, non sono possibili, poiché ad ogni riproposizione
dell'esperienza sono troppe le variabili in gioco.
A tutto ciò si può opporre che, come le più
recenti tendenze della ricerca sociale hanno evidenziato (ricerca qualitativa,
importanza dei casi limite, studi di caso, rivalutazione del particolare rispetto
al generale, soprattutto in ambito sociologico), anche una semplice esperienza
può fare testo, se la si immerge in un adeguato contesto interpretativo.
Essa può essere comunque assunta, provvisoriamente, come modello,
come tipo, e venire, altrettanto provvisoriamente, sulla base di criteri
esplicitati, valutata; salvo poi venire replicata in forme nuove, in contesti
diversi, allo scopo di corroborare o di mettere in dubbio la prima valutazione
e i suoi presupposti, in un processo continuo, di ordine
essenzialmente ermeneutico, in cui il dibattito scientifico, come risultante
del confronto tra più soggettività "esperte", diventa
il metro ultimo, anche se sempre provvisorio, di giudizio .
Si noti che, dato l'approccio ermeneutico-ricorsivo della ricerca-azione
e la sua intrinseca dimensione di serendipity, appare non solo lecito,
ma anzi indispensabile che la stessa lista degli obiettivi sia provvisoria
e sempre rivedibile durante lo svolgimento
della ricerca, sulla base delle risultanze di processo.
punti di forza
|
punti critici
|
pare attivare (più di altre strategie)
|
non
pare attivare (più di altre strategie) competenze semantiche |
pare attivare (più di altre strategie)
|
non pare
attivare (più di altre strategie) competenze logiche |
pare
attivare (più di altre strategie)
competenze critiche |
non
pare attivare (più di altre strategie) competenze autocritiche |
motiva allo studio dei problemi |
può generare saturazione |
permette di documentare processo e prodotto | può dare luogo a deriva ludica |
favorisce la valutazione personalizzata (portfolio) |
Alla luce dei risultati del progetto, alla domanda se il ricorso a una forma di blended e-learning¸ centrato sull'uso di tools telematici quali il web forum e il blog, possa favorire, in modo verosimilmente più efficace di altre strategie didattiche, la trasformazione, auspicata in letteratura, dall'insegnare la storia della filosofia all'insegnare a filosofare, è difficile dare una risposta completamente univoca.
L'obiettivo di restituire alla filosofia il metodo "maieutico", sulla base di quanto emerso dall'analisi delle produzioni degli allievi, è stato raggiunto pienamente solo in alcuni casi. La loro esiguità non li rende, tuttavia, meno preziosi e forieri di sviluppi.
Senz'altro si è raggiunto lo scopo di rimotivare gli allievi allo studio dei "contenuti" culturali e di esercitarli "dialetticamente" anche se più in senso retorico che autenticamente filosofico.
Se la stessa motivazione a praticare la filosofia rappresenta una competenza specificamente filosofica, dai risultati del questionario (cfr. all. D [file word]) appare che il percorso abbia centrato anche (se non soprattutto) questo obiettivo: in particolare gli allievi hanno dimostrato di apprezzare molto l'approccio per problemi, rispetto a quello storico, anche se tendono a confondere la filosofia come ricerca della verità con la difesa retorica della propria tesi.
Le competenze critiche e argomentative (che non sono certo competenze di scarsa rilevanza) sono state sviluppate senz'altro più della disponibilità autocritica a mettere in discussione i propri assunti di partenza.
Anche le competenze strettamente logiche, così come la capacità di definire e distinguere le nozioni in campo (competenze semantiche), non sembrano essere state particolarmente esaltate dal percorso.
Si può, dunque, rispondere positivamente alla domanda che ha guidato la nostra ricerca, a condizione di precisare che quel "filosofare" che si è cercato di insegnare è stato soprattutto un "argomentare" le proprie tesi piuttosto che un "metterle in discussione".
Si tratta, comunque, di un risultato molto positivo se si considera la tendenza naturale dell'insegnamento della filosofia (come di ogni altra disciplina) a ricadere "pigramente" in forme meramente trasmissive, che sono certamente molto più comode sia per il docente che per gli allievi .
Ma soprattutto, come certi spunti dei blog e alcuni scambi di e-mail sono sembrati suggerire, un percorso di questo tipo sembra avvicinare la soglia (e a volte anche oltrepassarla), a partire da cui una vera e propria problematizzazione dei propri assunti (ossia un genuino "lavoro filosofico"), diventa praticabile.
Per quanto riguarda lo specifico apporto dei singoli tools telematici, appaiono sostanzialmente confermate le caratteristiche notate in letteratura, a cui possiamo solo aggiungere qualche ulteriore considerazione.
Anche il semplice uso della rete come repertorio di materiali culturali
(ivi compresa la traccia progressiva delle lezioni o diario di bordo)
e come luogo per l'esecuzione di esercizi di comprensione - che, certamente,
sarebbero stati eseguibili altrettanto bene su carta, magari in seguito a lettura
dell'antologia o di materiale fotocopiato - , si è rivelato promettente.
Se è vero, infatti, che per questo tipo di attività il mezzo telematico
non sembra indispensabile, esso rimane, comunque, di grande utilità
per una serie di ragioni:
A quest'ultimo scopo, anzi, per aiutare gli allievi a resistere alle sirene
dei luoghi comuni, sempre in agguato, si è rivelato molto utile sviluppare
in parallelo il "tradizionale" percorso di approfondimento
culturale degli autori e la discussione on line dei
problemi.
Ciò
Circa il web forum si è visto come esso esalti,
non diversamente, del resto, dalla normale discussione in classe, la tendenza
competitiva degli allievi ad affermare il proprio punto di vista sotto
il profilo più retorico che filosofico.
Rispetto alla normale discussione in classe, comunque, la possibilità
di rileggere i propri interventi e quelli altrui ha rinforzato
le reali competenze argomentative più di quanto non abbiano fatto
le discussioni svolte in aula dalla classe di confronto..
Rischi da prendere in considerazione sono quelli di una possibile deriva
ludica e dell'apertura di fili di discussione non pertinenti.
Per limitare tali rischi sembra irrinunciabile la funzione di un moderatore
(il docente, ma in prospettiva, perché no, anche un allievo) che,
senza soffocare la discussione, presti particolare attenzione, più che
a particolari "obiettivi" (determinati problemi da risolvere piuttosto
che altri), al rigore delle analisi e alla coerenza dei ragionamenti.
Il blog, di cui non si sono potute approfondire, per
le accennate ragioni di "saturazione"
psicologica , tutte le potenzialità, si è rivelato, forse per
la sua dimensione comunque pubblica, un mezzo meno "privato"
di quanto si sarebbe creduto, finendo per rappresentare una sorta di occasione
per concludere in maniera più o meno perentoria la discussione
svoltasi nel forum.
La e-mail, invece, pur adoperata saltuariamente, ha dimostrato di poter
rappresentare uno strumento di comunicazione privata particolarmente utile a
sollecitare forme di revisione autocritica più profonde,
perfino di quelle attivabili da colloqui vis à vis (probabilmente
perché toglie sia il docente che l'allievo da certe forme di imbarazzo
collegate al proprio rispettivo ruolo).
In generale tutte queste nuove forme di comunicazione hanno consentito di sommare
i vantaggi della forma orale (che, nella prospettiva classica, è
propria dell'autentica filosofia come libero esercizio di dialogo),
a quelli della forma scritta che, consentendo di documentare quanto discusso,
permette poi, ricorsivamente, la riflessione sulle produzioni
realizzate, a fini sia didattici che di ricerca.
In particolare, il fatto di poter ritornare criticamente su quanto estemporaneamente
scritto ha permesso, almeno in taluni casi, quel particolare "controllo
di rigore", che caratterizza lo stile di discussione propriamente
filosofico, distinguendolo dalle forme di mera collaborazione tra pari.
Il testo "postato" on line da un allievo, infatti, può essere ridiscusso da chi esercita la funzione socratica o maieutica (inizialmente il docente, ma, in prospettiva, anche da un altro allievo o - autocriticamente - dallo stesso autore del testo), punto per punto, sia dal punto di vista del contenuto che di quello della forma (finanche di quella sintattica e lessicale), senza che chi svolge questo compito assuma il ruolo di chi intende correggere, ma solo quello di chi intende comprendere e verificare, non contro, ma insieme con l'autore del testo, assumendo un autentico atteggiamento filosofico di ricerca.
Il problema fondamentale, al di là degli strumenti utilizzati, sembra essere - come ci si poteva ben aspettare - che per "fare veramente filosofia" (o, semplicemente, per "ragionare" criticamente e senza pregiudizi sui più diversi problemi) non bastano competenze di ordine meramente logico o dialettico, magari esercitate grazie a questo o quello strumento, ma occorre quella certa disponibilità e apertura mentale per la quale, a volte, non basta un'intera vita!
A questo fine, verosimilmente, tools telematici come l'e-mail o la chat privata (di cui si è fatto un uso informale e sporadico nel corso del progetto), favorendo un approccio di tipo consulenziale, in grado di sollecitare delicatamente l'intero vissuto personale di un allievo, se ben adoperati, potrebbero conseguire risultati molto più significativi di quelli ottenibili attraverso un pubblico web forum; anche se, per il loro impatto emotivo, richiedono, in chi ne voglia fare un uso educativo, notevoli competenze e particolare sensibilità.
Un rischio, da non sottovalutare e da tenere sotto accurato controllo, sotto questo profilo, potrebbe essere una sovraesposizione del docente che potrebbe tendere a "soffocare" il libero scambio degli allievi tra loro con le sue "pedanti" precisazioni e intromissioni (anche se ricorre alla finzione della "controfigura filosofica").
D'altra parte se il dibattito deve essere caratterizzato come "filosofico" e tendere ad assumere un veste rigorosa appare necessario, almeno in una prima fase, che il docente non svolga una funzione di mero "facilitatore" o "regista", come da molti si predica, ma piuttosto quella del "mediatore" o del "maestro" che in un primo tempo funge da modello, quindi a poco a poco cede il campo agli allievi (che, nella migliore delle ipotesi, dovrebbero superarlo).
L'equivoco di certa pedagogia, per esempio quella di matrice rogersiana, consiste, a nostro avviso, nell'immaginare un discente ricco di potenzialità che attendono solo di esprimersi (rovesciamento dell'immagine altrettanto estrema del discente come "testa vuota" da riempire): l'ipotesi, che ha guidato la nostra ricerca e ci pare verificata dai suoi risultati, è, invece, che il discente, in quanto soggetto "in ricerca", non può sapere già quello che ancora deve apprendere, pena l'inutilità dello stesso processo di apprendimento, mentre il docente è il "soggetto supposto sapere" (vero o falso che ciò sia) e come tale, almeno in una prima fase, deve apparire; salvo poi dimostrare sorprendentemente agli allievi (o riconoscere) che in fondo loro ne sanno (o hanno imparato) quanto e più lui (soprattutto: diversamente da lui), solo che... non sapevano ancora di saperlo!
Questo approccio, genuinamente filosofico, ci pare che eviti la frequente ipocrisia che consiste nel far ricavare agli allievi, messi fin dall'inizio al "centro" dell'azione didattica, sorprendentemente - ma guarda un po'! - proprio quello che i docenti si aspettavano da loro, magari espresso con le stesse parole che i docenti avrebbero usato: suscitando l'ovvio sospetto che la libertà di ricerca e di riflessione dell'allievo sia più apparente che reale e che, attraverso l'influenza occulta esercita dal docente col suo carisma e col potere che comunque esercita, quella che sembra un scoperta autonoma sia solo una trasmissione di conoscenza o, ancor più spesso, di valori, tanto più insidiosa quanto meno esplicita.
Da questo punto di vista si può segnalare una preziosa osservazione di Ruffaldi: "L'insegnamento della filosofia richiede una certa dose di eterodirettività, perché è impensabile che gli alunni siano in grado di organizzare in ampia misura da sé il proprio apprendimento e perché la formazione di una mentalità logica e critica richiede spesso percorsi obbligati" .
Per quanto riguarda il rapporto tra studio di autori e discussione di problemi il percorso progettuale sembra lasciare aperte tutte le possibilità:
La migliore soluzione, dunque, appare quella che lo studio accompagni la discussione, preservandola dal rischio di accondiscendenza al senso comune e favorendo, nel complesso, l'attivazione di competenze critiche, se non autocritiche (per le quali, come detto, pare che si debba andare al di là della stessa discussione pubblica a vantaggio di modalità di interazione più private).
Svolgere consulenza filosofica one to one
Se si potesse generalizzare quanto emerso dalla ricerca si potrebbe desumere che, per conseguire una più diffusa familiarizzazione con lo stile di ricerca proprio della filosofia, in quanto essa si fonda sull'indagine disinteressata, maieuticamente promossa, della "verità" in ogni campo (a partire da una messa in discussione dei presupposti dei diversi pretesi saperi), si dovrebbe potenziare, pur sempre ricorrendo all'indispensabile strumento telematico (per esempio alla posta elettronica), rispetto alla discussione pubblica, il rapporto uno a uno tra docente e allievo e, in un secondo tempo, dopo un training adeguato, eventualmente anche quello tra allievo e allievo, ma sempre sotto la supervisione del docente.
La dimensione "privata" dello scambio, infatti, potrebbe favorire un maggior grado di disinteresse e di libertà nella ricerca, promuovendo la messa in discussione autocritica dei propri pregiudizi, la chiarificazione del proprio punto di vista e la mancata identificazione tra sé e la propria tesi, identificazione favorita invece dal dibattito pubblico (si pensi al web forum) o semi-pubblico (si pensi al blog), con i conseguenti "irrigidimenti" (narcisistici?).
Questa dimensione privata favorirebbe anche forme analitiche di "controllo di rigore", in corso d'opera, mediante l'analisi ricorsiva iterativa di quanto affermato, argomentato, discusso, per le quali meno si presta la discussione aperta.
Questo scambio privato tra docente e allievo, che potrebbe essere favorito dal ricorso alla posta elettronica, in quanto favorirebbe la messa in luce della "visione del mondo" complessiva dell'allievo e la sua "messa a coerenza" autocritica, configurerebbe, di fatto, oltre che un valido esercizio filosofico, una vera e propria forma di consulenza filosofica.
In ambito scolastico la consulenza filosofica può assumere forme diverse.
La consulenza filosofica può rappresentare un'importante risorsa innanzitutto per i docenti, in due direzioni (distinte concettualmente, ma sovrapponibili praticamente):
Per quanto riguarda gli studenti, ciò che qui più ci interessa, il consulente filosofico può mettersi a disposizione
Per realizzare concretamente in un istituto scolastico un'attività di consulenza filosofica a scopo di orientamento o anche di semplice "ricerca di senso" è sufficiente aprire uno "sportello" dedicato a tale servizio, con modalità (tempi, spazi ecc.) compatibili con l'organizzazione della scuola.
Tra queste modalità, alla luce degli spunti offerti dal progetto e-philosophy, parrebbe da non disdegnarsi, per l'appunto, quella consistente nel ricorso, oculato e attento, alla posta elettronica.
Tale strumento, tuttavia, più che introdurre a una sessione di consulenza a distanza, potrebbe proficuamente essere adottato per proseguire un dialogo cominciato in una relazione in presenza.
Variare temi e problemi e concentrare la discussione
Per rimediare al problema della "saturazione"
Quest'ultimo suggerimento è stato dato dagli stessi allievi nella sezione libera del questionario di valutazione.
Mettere in rete classi di scuole diverse
Il ricorso agli ambienti di apprendimento on line avrebbe ovviamente ancora più senso se si trattasse di mettere in rete classi di scuole diverse.
Anche se rimangono buoni motivi per farlo, v'è sempre chi troverà curioso adottare forme di comunicazione a distanza a scopo didattico tra compagni di classe che quotidianamente si incontrano nella stessa aula o, almeno, nel medesimo edificio scolastico.
Si può, allora, interpretare la nostra esperienza come ricerca esplorativa, ossia come una sorta di "simulazione in vitro" di una forma vera e propria di e-learning da impostare successivamente, per esempio attraverso la collaborazione tra classi di scuole diverse.
Altri suggerimenti
Significativi i suggerimenti dati spontaneamente agli allievi nella sezione libera del questionario di valutazione.
Una richiesta - da considerare, però, con una certa attenzione - è quella di attivare la chat.
Da non trascurare, infine, la legittima richiesta, anche se di non facile soddisfacimento, di consentire una maggiore accessibilità all'attività in rete degli allievi sprovvisti di connessione Internet, magari intensificando il ricorso alle attrezzature dell'aula multimediale d'istituto.
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